Tra boschi, baite e panorami alpini: un viaggio nella storia e nella natura delle Valli di Lanzo.

Il percorso escursionistico dal Lago di Monastero al Rifugio Salvin, con una lunghezza di circa 8 km, è uno dei più suggestivi itinerari delle Valli di Lanzo, in provincia di Torino. La partenza avviene dalla frazione Mecca di Monastero di Lanzo, un piccolo borgo di montagna incastonato tra boschi di faggi e castagni, dove il tempo sembra essersi fermato. Fin dai primi metri, il sentiero regala scorci mozzafiato sulla Val Grande e sulle cime che la circondano, alternando tratti dolci a salite più impegnative, adatte a escursionisti mediamente allenati. Lungo il cammino si incontrano testimonianze della vita rurale alpina, come antiche baite in pietra, piloni votivi e piccole cappelle, che raccontano la devozione e la fatica di chi un tempo viveva questi luoghi. Il Lago di Monastero, specchio d’acqua di origine glaciale, segna l’inizio di un itinerario che unisce natura e storia, fino a raggiungere il Rifugio Salvin, posto panoramico da cui si apre una vista straordinaria sulle Alpi Graie e sulla pianura torinese, ideale per una sosta rigenerante prima del rientro.
INFORMAZIONI UTILI
Lunghezza: 8,13Km | Altitudine: 1.561-1.997 m.s.l.m. | Dislivello: 111m
Partenza: frazione Mecca, Monastero di Lanzo – 45°18’47.3″N 7°26’13.4″E
Arrivo: Rifugio Salvin – 45°20’56.5″N 7°25’57.1″E
Parcheggio: Piazza Generale Ottavio Rolle, 10074 Lanzo Torinese TO – 45°16’39.4″N 7°28’35.8″E
CONSIGLI
– Equipaggiamento: indossate scarponcini da trekking con buona aderenza, portate con voi bastoncini telescopici e vestitevi a strati. Anche in estate le temperature possono abbassarsi rapidamente, soprattutto in prossimità del rifugio.
– Periodo consigliato: percorrete questo sentiero tra maggio e ottobre, quando la neve è assente e il panorama sulle Alpi Graie si mostra in tutta la sua bellezza.
–Sicurezza: evitate di partire in caso di maltempo; alcuni tratti diventano scivolosi e il sentiero può risultare insidioso.
–Rispetto per la natura: non lasciate rifiuti, non raccogliete fiori e rimanete sempre sul sentiero segnalato. Il rispetto per questi luoghi ne preserva la bellezza.
DIFFICOLTÀ
LIVELLO: INTERMEDIO
Cosa vedere

Grotte di Pugnetto
Le Grotte di Pugnetto, nel comune di Mezzenile, rappresentano uno dei siti naturali più affascinanti e misteriosi delle Valli di Lanzo. Situate lungo la SP 249, si aprono su una parete di calcescisti in un’area dove i fenomeni carsici sono rari, rendendole un caso geologico di grande interesse. La cavità principale, la Borna Grande, si estende per circa 765 metri tra sale suggestive, blocchi di roccia e un piccolo ruscello sotterraneo. Al suo interno si trovano il ramo della Fontana e quello della Madonna, che ospita una statua votiva. Note fin dall’Ottocento, le grotte furono esplorate da naturalisti e speleologi piemontesi e oggi, oltre al valore scientifico e naturalistico, il luogo conserva un profondo fascino spirituale e storico, testimoniato dall’edicola della Madonnina delle Grotte e dalle lapidi commemorative che ne custodiscono la memoria.

Castello ducale di Agliè
Il Castello Ducale di Agliè, maestosa residenza sabauda nel Canavese, affonda le sue origini nel XII secolo, quando la nobile famiglia dei San Martino fece costruire il nucleo originario. Trasformato nel Seicento da Amedeo di Castellamonte in una dimora elegante e monumentale, il castello passò ai Savoia nel 1764, diventando una delle loro residenze predilette. Durante il regno di Carlo Felice, l’edificio e il parco circostante furono rinnovati secondo il gusto romantico, con laghi, terrazze e giardini all’italiana e all’inglese. Dopo alterne vicende fu acquistato dallo Stato nel 1939 e trasformato in museo. Oggi il Castello di Agliè incanta per la magnificenza delle sue sale, tra stucchi, affreschi e arredi d’epoca, e per il parco di 32 ettari che lo abbraccia come un quadro vivente della storia e dell’arte piemontese.

Ponte del Diavolo
Il Ponte del Diavolo, o ponte del Ròch, fu costruito nel 1378 per collegare Lanzo Torinese e le sue valli con Torino, evitando territori ostili ai Savoia. La spesa, coperta dalla Castellania di Lanzo, fu finanziata con una tassa sul vino. La leggenda narra che il diavolo lo costruì in cambio dell’anima del primo a transitare, salvata da un cagnolino, e che le “Marmitte dei Giganti” siano nate dal suo gesto. Con una luce di 37 m e costruito a schiena d’asino, si erge in una stretta gola della Stura di Lanzo, testimone di storia, epidemie e cultura: citato da poeti come Prati, Brofferio e Nino Costa, è tra i trenta ponti più belli d’Italia.


















